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Vecchi e nuovi antiperstensivi pari sono
Inserito il 04 dicembre 2005 alle 18:15:00 da admin. Stampa Articolo | Stampa Articolo in pdf
risultati
Alla fine dello studio era conosciuto lo stato vitale di 18965 pazienti . Hanno effettivamente assunto il trattamento assegnato dalla randomizzazione (pazienti compliant) 8119 pazienti ( 84,2% ) assegnati al gruppo di intervento e 7115 pazienti (73,9% ) assegnati al gruppo di controllo. Hanno assunto il trattamento assegnato all' altro braccio (pazienti cross-overs) 1520 pazienti assegnati inizialmente all' amlodipina (15.7%) e 2503 pazienti assegnati inizialmente all' atenololo (26.0%). Gli autori riportano che il 25% dei pazienti in toto (n= 4790) ha abbandonato lo studio per effetti collaterali del trattamento, senza differenze significative tra i due bracci. La randomizzazione ( tabella 1 del lavoro originale) ha prodotto due bracci perfettamente confrontabili nelle condizioni basali. I pazienti assegnati all' amlodipina hanno ottenuto sulla PA risultati migliori rispetto ai pazienti assegnati all' atenololo; questo risultato era particolarmente evidente a tre mesi dall' inizio del trial. L' incidenza dell' end-point primario (Morte coronarica + Infarto non fatale) non era significativamente diversa tra i due bracci (HR 0.90 IC 0.79-1.02) (figura 4 del lavoro originale). L' incidenza degli outcome secondari : scompenso cardiaco, infarto miocardico silente, aritmie minacciose non era significativamente diversa tra i due bracci. L' incidenza degli outcome secondari : , tutti gli eventi CHD, tutti gli eventi e le procedure CVD, mortalità da tutte le cause, mortalità CVD , stroke era significativamente minore nel gruppo assegnato alla amlodipina.
L' incidenza degli outcome terziari : angina instabile, arteriopatia periferica, diabete, insufficienza renale era significativamente minore nel braccio assegnato ad amlodipina. L' analisi per sottogruppi eseguita solo per l' outcome ha dimostrato una incidenza di questo end-point significativamente diversa tra i due bracci a favore del braccio di intervento (amlodipina) (Figura 7 del lavoro originale). Il testo non riporta però per gli stessi sottogruppi i risultati rilevati nell' analisi dell' outcome primario . Le due analisi di end-point secondari eseguite ex post "end-point primario+procedure di rivascolarizzazione" e "Morti CVD+Infarto Miocardico+ Stroke" hanno dimostrato differenze significative a favore del braccio trattato con amlodipina (fig. 4 del lavoro originale). Gli autori affermano che lo studio ASCOT-BPLA ha dimostrato che 'in pazienti ipertesi a moderato rischio CVD il trattamento con amlodipina (eventualmente integrato con perindopril) è vantaggioso rispetto al trattamento con atenololo (eventualmente integrato con diuretico tiazidico) in quanto "riduce l' incidenza di tutti i tipi di eventi cardiovascolari" e "la mortalità generale" nonchè il Gli autori ammettono di non aver riscontrato differenze significative tra i due gruppi in termini di incidenza di outcome primario "Morte CHD + infarto non fatale" ma affermano che ciò può essere attribuito a sottocampionamento in quanto l' interruzione precoce dello studio ha comportato la rilevazione di 903 casi di outcome primario contro i 1150 su cui era stata calcolata la potenza statistica. Gli autori concludono definendo 'rassicurante' la conferma dell' abbassamento dell' incidenza dell' outcome composito "tutti gli eventi e tutte le procedure CVD" in tutti i sottogruppi considerati.

 
<< descrizione del trial critical appraisal >>
 
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