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Le UTAP del mistero
Inserito il 28 agosto 2004 alle 16:14:52 da admin. Stampa Articolo | Stampa Articolo in pdf
Le UTAP: le misteriose entita' della nuova Sanita'
Le agitazione della Sanita' hanno avuto recentemente nuovo impulso per la comparsa di una misteriosa entita' che promette (o minaccia?) cambiamenti radicali del settore della Medicina di base: la UTAP, o Unita' Territoriale di Assistenza Primaria.
Se ne discute accesamente, ma la realta' e' che nessuno ha le idee chiare sull' argomento della discussione: cosa sono in realta' le UTAP?
Nemmeno il Ministero ha finora chiarito, se non nei termini piu' generali, cosa sarebbero e come dovrebbero operare queste strutture: l' unica cosa accertata (pare...) e' che si dovrebbe trattare di una associazione (con figura giuridica ancora imprecisata) che dovrebbe raccogliere diverse figure professionali, ed in particolare i sanitari di primo livello (Medici di Famiglia, Pediatri, Medici di Continuita' Assistenziale) e che, mediante l' accorpamento di queste figure venga gestito l' intero ciclo di assistenza primaria, per 24 ore al giorno e per l' intero arco dell' anno, festivita' comprese.
Questa ipotesi di ristrutturazione, nella sua genericita', ha provocato un serrato dibattito interno nelle categorie interessate, preoccupando e allarmando molti medici, che vedono stravolta una tipologia lavorativa ormai consolidata.
Non per nulla i sondaggi informali vedono la maggioranza dei medici molto contraria; le preoccupazioni espresse riguardano generalmente il timore di venir gravati da ulteriori impegni lavorativi, onerosi e compensati a un prezzo "sociale".
I medici, in altre parole, temono di venir usati dalla parte pubblica come comodi ed economici strumenti utili per coprire i servizi attuali a costi (e quindi anche ad onorari) proporzionatamente minori.
La carenza di contenuti precisi, almeno finora, ha portato nuovamente ad una diversa impostazione tra i vari sindacati di categoria, variando da una decisa posizione negativa ad una sorta di rilancio ("mettiamo le carte in tavola e poi se ne parlera' ").
Benche' inizialmente si fosse addirittura ventilata l' ipotesi di un aggregazione obbligatoria, si sarebbe scelta una via piu' morbida, con un meccanismo di adesione volontaria ma anche di forte incentivazione, anche a livello locale, tramite accordi regionali.


 
  L'opposizione dei medici >>
Commenti
3 Commenti - 2/5 - Voti : 2
Commenti Inserito il 29 settembre 2004 alle 19:42:09 da Anonimo.  2/5
 
il problema dell' assistenza nelle 24 al pz.può essere garantito come negli alti paesi europei,si paga.Non è il medico di famiglia che può risolvere leurgenze che si verificano nella notte(codici verdi,gialli e rossi)li può trattare l'ospedale i bianchi posssono essere procrastinati.La disponibilità nelle 24 ore fuori orario deve essere ricompensata dal pz che la richiede.Sono d'accordo nella nuovaidea dello studio aperto mattina e pomeriggio tale da diventare un poliambulatorio che limiterà anche le chiamate notturne e dei festivi è una migliore assistenza all'utenza. Il problema è i costi.Chi paga e quanto?
Commenti Inserito il 29 settembre 2004 alle 19:50:40 da Anonimo.  2/5
 
Gli specialisti inseriti nell UTAPci possono anche stare.Sono quelli con cui il medico sul territorio potrà direttamente interloquire e gestire il suo paziente, ma sarà un piano di collaborazione è localizzzato in struttura aziendale è dovrà essere altrettanto disponibile matt. e pomeriggio come i medici di famiglia.Problema chi pagherà?C'e' pericolo che la mal gestione dei fondi pubblici dia la possibilità a chi cerca scuse di smantellare lo stato sociale di assistenza sanitaria, che ricadendo sull'utenza porterà che solo alcuni potranno curarsi. E' ritorneremo indietro per la tutela del diritto della salute a tutti i cittadini.Conciliare nuove idee e spesa pubblica dobbiamo abbattere gli sprechi che nascono da una gestione troppo politica della sanità
Commenti Inserito il 01 ottobre 2004 alle 11:55:33 da Anonimo.  0/5
 
C'è anche un altro problema. Le proposte relative all'UTAP insistevano (spero abbiano cambiato idera) con forza sul concetto di sede unica. Ciò è impossibile ed ingiusto: il mio ambulatorio è frequentato da pazienti che abitano nelle vicinanze, non tutti ma almeno il 60%. Se sarò costretto a chiuderlo e a spostarmi deriverà un enorme disagio per i pazienti, ed anche per me che mi vedrò probabilmente calare il numero degli assistiti.
Altro punto: ho 700 pazienti circa. Come verrò retribuito? Dovrò lavorare come i colleghi che ne hanno 1500 ma prendere la metà di loro, oltrettutto lavorando "per loro" (anche loro vedranno miei pazienti, ma in misura senz'altro minore rispetto a quanti io ne vedrò di lorsignori). UTAP: utopia (voglio vedere chi accetterà, come, dove, quando), ingiusta (favorisce lo sfruttamento dei colleghi più giovani), capestro (quando rivedremo i soldi che dovremo investire all'inizio?), spersonalizzante e demotivante. Oltre ad essere rischiosa (le competenze che ci andranno a demandare potrebbero essere foriere di problemi dal punto di vista legale, non possiamo fare P.S. o diagnosi strumentale ECG o chirurgia anche minima sul territorio). Siamo poi sicuri che farà risparmiare? Secondo me no.
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