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Facile la recidiva di tromboembolia venosa: necessitano anticoagulanti prolungati
Inserito il 26 novembre 2001 da admin. - cardiovascolare - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  



Diversi autori avevano avanzato l’ipotesi che l’incidenza di recidiva di tromboembolia venosa rimanesse elevata nonostante la pratica medica standard di effettuare una profilassi attiva mediante l' uso di anticoagulanti orali. Uno studio recente ha confermato questa teoria esaminando pazienti affetti da Trombosi venosa profonda (TVP) parte dei quali avevano gia' avuto, in passato, episodi precedenti.. Sono stati arruolati 738 pazienti con TVP, confermata mediante esami strumentali (flebografia, ecocolordoppler) e dimessi dall' ospedale. Di questi pazienti, circa 600 erano al primo episodio, mentre circa 150 avevano presentato in passato episodi di Trombo Embolia Venosa (TEV) (108 con TVP pregressa, 19 con Embolia polmonare, 20 con entrambe). .
E’ stato effettuato un follow-up durato 5 anni, durante il quale e’ stato riscontrato come i soggetti che erano stati dimessi in seguito ad un primo episodio di TVP sono andati incontro a una recidiva di tromboembolia venosa (TEV) in 109 casi, con mortalita’ globale del 42%, mentre i pazienti che erano gia’ stati affetti da TVP in epoca precedente avevano un fattore di rischio piu’ elevato di TEV rispetto a quelli che avevano avuto un solo episodio. Veniva riscontrato come il rischio di recidiva di TEV venisse aumentato da tre fattori: estensione prossimale della TVP iniziale; presenza di neoplasia; anamnesi positiva per TEV. Il rischio di recidiva di TEV veniva ridotto allorche' la TVP si verificava dopo intervento chirurgico, o allorche' si effettuasse un trattamento con anticoagulanti orali a lungo termine.
Gli autori concludono che il rischio di recidiva di eventi tromboembolia e’ elevata ed aumenta in pazienti che presentano fattori di rischio aggiuntivi e aumenta inoltre se la durata della terapia anticoagulante iniziale e’ stata troppo breve.
Arc Intern Med 2000 - Mar. 27;160:769-74


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