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Ricerca: comitati etici come "vigilantes'
Inserito il 26 ottobre 2001 da admin. - scienze_varie - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  



Milano, 12 set. (Adnkronos Salute) - Bisogna impedire che la pubblicazione dei risultati degli studi clinici sia decisa discrezionalmente dagli sponsor e bisogna far si' che i ricercatori possano pubblicare i risultati, siano essi positivi o negativi. E' questo un vincolo che i comitati etici possono gia' da oggi porre per la realizzazione degli studi stessi. E' il commento di Alessandro Liberati, direttore del Centro Cochrane Italiano (Associazione per la ricerca sull'efficacia dell'assistenza sanitaria), alla presa di posizione delle piu' autorevoli riviste scientifiche internazionali sul ruolo dominante delle industrie farmaceutiche nella ricerca.
''Il proliferare dei trial di 'marketing' - afferma Liberati all'Adnkronos Salute - e' dovuto sia a una scarsa sensibilita' dei ricercatori, sia a una grande aggressivita' dell'industria, sia a una cronica mancanza di fonti indipendenti pubbliche di finanziamento. Questi sono i tre nodi della qualita' della ricerca, cui si aggiunge - prosegue Liberati - il nodo della indipendenza dei ricercatori nel pubblicare i risultati degli studi in cui sono coinvolti, nodo molto importante su cui i comitati etici dovrebbero assumere un ruolo di vigilanza molto precisa. Un esempio? Il comitato etico dell'azienda ospedaliera di Modena, il cui statuto precisa, come condizione fondamentale per accettare un protocollo, che i ricercatori abbiano la liberta' di pubblicare i dati e non debbano chiedere alcuna autorizzazione''.
Secondo il responsabile italiano del Centro Cochrane ''i comitati etici possono attivarsi gia' da domattina, se lo vogliono. Il che vorrebbe dire bocciare dei protocolli in cui lo sponsor si dichiara proprietario dei dati, precisando invece che i proprietari dei dati sono i pazienti e la comunita' scientifica. Sul problema degli eventuali conflitti d'interesse - conclude Liberati - il ruolo di vigilanza maggiore spetta alle riviste scientifiche che devono stanare i potenziali conflitti d'interesse e controllare che gli autori li rivelino''.
(Fonte:/Adnkronos Salute)

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