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Confronto Italia- Usa nei sistemi sanitari
Inserito il 27 aprile 2001 da admin. - professione - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  



E’ molto discutibile effettuare un confronto economico tra due sistemi sanitari fondati su principi assolutamente diversi e centrati su bisogni del tutto differenti.
E’ tuttavia utile e significativo per valutare, sia pure approssimativamente e superficialmente, l’impatto che due diverse impostazioni possono avere nell’economia di una nazione.
La Sanita’ americana e’ impostata com’e’ noto su un mercato di oltre 250 milioni di pazienti i quali pero’ non sono da considerare assistiti ma clienti, in quanto, le prestazioni sanitarie costituiscono una merce che viene venduta spesso a caro prezzo.
In Italia al contrario oltre il 70% dell’assistenza e delle prestazioni sanitarie viene controllato dal Sistema Sanitario Pubblico.
I COSTI: nel 1997 negli Stati Uniti sono stati spesi per la salute, circa mille miliardi di dollari; l’equivalente del PIL di una intera nazione. Pro-capite la spesa e’ stata di oltre 4000 dollari, equivalente a circa 10 milioni di lire, mentre in Italia la spesa si e’ aggirata sui 3 milioni per ogni cittadino. Ovviamente tale costo cosi’ elevato negli USA e' anche dovuto all’avanzato livello tecnologico dell’assistenza che impegna indubbiamente dei capitali molto elevati.
In Europa, sempre secondo i conti del 1997, la Gran Bretagna risultava spendere il 10% in meno pro capite rispetto all’Italia, mentre Francia e Germania spendevano 25-30% in piu’.
La ripartizione delle grandi aree di spesa (ospedale, territorio, spesa farmaceutica) risultano sostanzialmente sovrapponibili in Italia e in USA, pero’ con un andamento diverso.
Infatti mentre negli Stati Uniti il peso relativo dell’Ospedale cala progressivamente, in Italia sembra invece aumentare a differenza delle altre nazioni europee.
Il confronto delle spese non ha senso pero’ se non si fa un parallelo confronto delle condizioni di salute. In entrambi i Paesi si osserva la tendenza al prolungamento della vita media, dovuto essenzialmente alla diminuzione della "mortalita’ prematura", cioe’ quella prima dei 70 anni di vita. Le aspettative di vita in Italia tuttavia risultano nettamente migliori rispetto agli USA e mostrano oltretutto un trend di prolungamento migliore di quello americano. Mentre nel ’90 un’aspettativa di vita dei maschi in America era di 71,8 anni e in Italia di 73,5 (per le femmine: 78,8 rispetto a 80 anni), si e’ giunti nel ’96 ad una aspettativa di vita che per i maschi americani e’ arrivata a 72,7 (con un aumento di 0,9 anni), mentre per l’Italia e’ arrivata a 74,9 (con un aumento cioe’ di 1,4 anni). Per le femmine il trend e’ stato ancora migliore perche’ e’ passato dai 78,8 negli anni ’90 e’ arrivato a 79,4 nel ’96, mentre per le donne italiane e’ arrivato da 80 a 81,3.
Per quanto riguarda la copertura sanitaria si osserva che mentre in Italia si ha una copertura pressoche’ totale della popolazione, essendo stati ormai inclusi nell’assistenza sanitaria generale anche gli extracomunitari e i cittadini temporaneamente residenti in Italia, negli USA da statistiche nel ’98 risulta che oltre il 16% della popolazione (circa 45milioni di persone) risultava priva di assistenza in quanto provvisto di assicurazione sanitaria. Questo e' dovuto al fatto che, com’e’ ben noto, il Sistema Sanitario americano, molto costoso, viene finanziato da polizze assicurative gestite da Societa’ a finanziamento pubblico che garantiscono pero’ la copertura sanitaria solo a determinati gruppi di cittadini (ultrasessantacinquenni o a soggetti assistiti dal Welfare (indigenti, disoccupati ragazze madri, ecc.). La grande maggioranza dei cittadini americani invece e’ assistita da una organizzazione di Enti privati di tipo assicurativo che acquista le prestazioni sanitarie da medici di famiglia, ospedali, centri diagnostici, per rivenderli ai propri assistiti sotto forma di pacchetti assistenziali di diverso costo e ovviamente di diversa copertura. I costi dell’assistenza americana, tuttavia, sono lievitati dal 7,1% nel 1970 al 14,3% del PIL nel 2000, cioe’ piu’ del doppio.
Questo aumento delle spese ha provocato a sua volta un aumento dei costi assicurativi e una diminuzione contemporanea dei soggetti che, per motivi economici, hanno dovuto rinunciare alla copertura assistenziale.
Un settore in cui gli USA sono comunque assolutamente superiori, e’ quello della ricerca biomedica, per la quale viene stanziato un capitale assai piu’ consistente di quello italiano; altrettanto puo’ dirsi del livello tecnologico dell’assistenza, destinato solo ad una parte della popolazione, ma certamente il migliore del mondo.
D.Z.: recensito da "Medico e…." anno 1- n.1 - pag.89


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