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Si curerà l'AIDS come la Rabbia?
Inserito il 01 dicembre 2004 da admin. - infettivologia - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

Mediante un trattamento vaccinale capace di inattivare il virus, stimolando il sistema immunitario come nella rabbia, la concentrazione dell'Hiv si è ridotta dell'80% e la viremia si è mantenuta per oltre un anno del 90% piu' bassa rispetto a quella basale nel 44% dei casi.

La scoperta è del Prof. Jean Marie Andrieu, direttore del servizio di oncologia medica dell’ospedale europeo Georges Pompidou e del Dr Wei Lu dell’ Istituto di ricerca per lo sviluppo, entrambi già famosi per aver messo a punto nel 1999 il Muprovoma, un test molecolare di dépistage che permette di identificare la quasi totalità dei sottotipi conosciuti dell’AIDS (inclusi i sottotipi di origine africana o asiatica).
Al contrario dei vaccini preventivi, progettati per impedire l’ingresso o la diffusione di agenti patogeni nell’organismo sano, il principio di un vaccino terapeutico consiste nel rallentare od interrompere definitivamente la progressione di un'infezione in atto o delle sue conseguenze. Le piste di ricerca scelte dall’equipe del Prof. Andireu e dal Dr Wei Lu consistono non nel far sparire il virus, ma nell'impedirgli di moltiplicarsi grazie ad un meccanismo vaccinale già usato per guarire dalla rabbia. Al fine di stimolare le difese immunitarie, i due ricercatori hanno pensato di lavorare sulle cellule dendritiche. Situate principalmente nei linfonodi, nella milza e, in minor misura, nel sangue le cellule dendritiche sono le “sentinelle” incaricate di scoprire la presenza di "intrusi" nell’organismo che indicano successivamente ai linfociti qual è il nemico da eliminare. Ma come evitare che i linfociti siano, a loro volta, infettati come nel caso dell’AIDS? Facendo in modo che le cellule dendritiche insegnino preventivamente al linfocita a proteggersi dagli antigeni presenti sull’involcro dell’HIV.
Già nel 2002 il Dr Wei Lu prelevò del sangue di macachi, infettati dal SIV (l’AIDS delle scimmie), cellule dendritiche che mise a contatto con virus inattivato con metodi chimici. Il virus invase le cellule dendritiche, ma non fu in grado di riprodursi. L'attuale ricerca è stata condotta in collaborazione con l'Universidade Federal de Pernambuco (Recife). Sono stati prelevati campioni di virus Hiv ed alcune cellule dendritiche da 18 pazienti sieropositiv, ma con viremia costante nei precedenti sei mesi. Il vaccino e' stato preparato riempendo le cellule dendritiche con il virus Hiv inattivato. Le cellule dendritiche sono poi state reinfuse a ciascun paziente. Dopo due mesi la concentrazione dell'Hiv si è ridotta dell'80% e nel 44% dei casi la viremia si è mantenuta per oltre un anno del 90% più bassa rispetto a quella iniziale. La scoperta sarebbe in procinto di essere pubblicata su Nature.

Fonte: Valeurs Actuelles, 3547 - 19/11/04


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