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N-acetilcisteina in BPCO
Inserito il 10 maggio 2005 da admin. - pneumologia - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

La N-acetilcisteina non riduce il declino della funzionalità respiratoria e la frequenza delle riacutizzazioni nella BPCO, ma potrebbe avere un ruolo nei soggetti non trattati con steroidi inalatori.

Questo studio, denominato BRONCUS, partiva dall'ipotesi che la N-acetilcisteina, che possiede un' azione antiossidante, sia in grado di ridurre il declino della funzionalità respiratoria e la frequenza delle riacutizzazioni nella BPCO. A tale scopo sono stati reclutati 523 pazienti affetti da BPCO randomizzati a N-acetilcisteina (600 mg/die) oppure placebo.
Dopo un follow-up di 3 anni non si notò alcuna differenza tra i due gruppi per quanto riguarda la velocità di deterioramento del FEV1 e il numero di riacutizzazioni per anno. Tuttavia un'analisi per sottogruppi suggerisce che la N-acetilcisteina può ridurre la frequenza degli episodi acuti nei pazienti non trattati con steroidi inalatori.

Fonte:Lancet 2005; 365.1552-1560.

Commento di Renato Rossi

La BPCO è una patologia cronica invalidante caratterizzata da una lunga fase asintomatica in cui l'unico segno è una riduzione del FEV1 e da una fase clinica caratterizzata da tosse, dispnea, episodi acuti, insufficienza respiratoria.
E' noto che la causa principale è il fumo di sigaretta, anche se possono entrare in gioco l'esposizione a varie sostanze inquinanti e il deficit di alfa 1 antitripsina.
Le terapie a disposizione purtroppo non sono in grado di ridurre il declino della funzionalità respiratoria e solo la cessazione del fumo si è dimostrata capace di modificare l'evoluzione della malattia. Tra i farmaci di primo impiego trovano posto gli anticolinergici e i beta 2 stimolanti. Gli steroidi inalatori, per molto tempo considerati di efficacia dubbia, vengono attualmente consigliati nelle forme moderate e gravi in quanto possono ridurre la frequenza delle riacutizzazioni. Una modesta efficacia in tal senso si è vista anche per l'uso prolungato di mucolitici (Poole PJ et al. BMJ 2001; 322:1271).
Dato che si ritiene che lo stress osssidativo giochi una parte importante nella patogenesi della BPCO si può ipotizzare che sostanze antiossidanti come la N-acetilcisteina possano essere utili nel trattamento della malattia.
Purtroppo lo studio BRONCUS non ha ottenuto risultati soddisfacenti. Il farmaco però, in attesa di ulteriori studi, potrebbe avere un ruolo nei soggetti che hanno controindicazioni o che non tollerano gli steroidi inalatori, anche se questa indicazione deriva da un'analisi per sottogruppi dello studio.

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