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Rifiuti sanitari negli studi dentistici: registro si o no?
Inserito il 22 luglio 2005 da admin. - professione - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

Sentenza UE riapre dubbi sulla tenuta del registro dei rifiuti anche da parte dei professionisti che operino in studi dentistici.

La Commissione odontoiatrica della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, allo scopo di dare opportune indicazioni agli iscritti all’Albo, ha formalmente richiesto chiarimenti ai Ministeri dell’Ambiente e della Salute in merito alla immediata vigenza e applicabilità nel nostro Paese dell’Ordinanza della Corte di Giustizia Europea del 28 settembre 2004, causa C-115/03, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE il 18 dicembre 2004. Tale Ordinanza sembra infatti ripristinare, anche per gli studi medico-dentistici, l’obbligo di tenere un registro di rifiuti pericolosi, ai sensi dell’art. 4 della Direttiva del Consiglio del 12 dicembre 1991, n. 91/689. L’Ordinanza, che si inserisce come questione pregiudiziale nell’ambito di una causa civile in corso tra la società Eco-Eridiana ed alcuni studi medico-dentistici sull’interpretazione del D.Lvo 22/1997 e sulla successiva circolare del Ministero dell’Ambiente del 14 dicembre 1999, costituisce una inversione di tendenza rispetto alle precedenti interpretazioni ministeriali che, invece, avevano previsto per gli studi medici e odontoiatrici procedure semplificate, escludendo la necessità della tenuta del registro dei rifiuti pericolosi, ritenendo questo adempimento obbligatorio solo per le strutture sanitarie complesse. E’ evidente che, a questo punto, occorre un sollecito chiarimento da parte dei Ministeri competenti per evitare che i professionisti che, senza loro colpe, avevano dato seguito ai contenuti della circolare 14/1999, possano incorrere in sanzioni, anche gravi, come quella concernente il mancato adempimento alla tenuta dei registri per i rifiuti sanitari pericolosi. (Fonte: FNOMCeO del 18/07/2005)

Commento di Luca Puccetti
Continua l'aggravio burocratico per la società civile derivante da una burocrazia europea sempre più asfissiante che assume come parametro di riferimento gli standards dei paesi del nord Europa, dove si opera in grandi strutture complesse o dove le parcelle sono talmente alte da garantire al professionista intere schiere di personale dipendente ed amministrativo. Gli studi medici, anche dentistici, se non organizzati in strutture complesse, producono una quantità di rifiuti cosiddetti pericolosi largamente inferiore a quelli prodotti da un paziente diabetico con infezione da HCV o da una donna in età fertile con infezione da HIV od altra malattia trasmissibile mediante sangue o secreti. In Italia esiste la solita ridda di leggi, decreti, interpretazioni, tipiche del nostro paese, che rendono i cittadini sudditi sempre esposti all'interpretazione della tal corte o del tal giudice che, intepretrando le norme, come avvenuto per la responsabilità civile professionale, genera, di fatto, una regolamentazione della materia differente da quella stabilita dal legislatore, che è tenuto a rispondere del proprio operato al cospetto degli elettori.

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