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Elettrosmog, scienziati italiani contro il programma dell'Unione
Inserito il 06 marzo 2006 da admin. - scienze_varie - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

Un danno di decine di miliardi di euro e la beffa di non salvare alcuno da alcuna malattia le conseguenze con il ritorno alla legge quadro sull'elettrosmog.

"Disappunto" è stato espresso dall'Associazione Galileo 2001 che annovera tra le sue file gli oncologi Francesco Cognetti, Umberto Tirelli e Umberto Veronesi, i fisici Tullio Regge e Renato Ricci, e il radioprotezionista Paolo Vecchia per l'inserimento nel programma dell'Unione per le prossime elezioni politiche della volontà di tornare ai princìpi della legge quadro sull'elettrosmog approvata dal governo di centrosinistra, applicando il principio di precauzione e modificando radicalmente i decreti attuativi varati dalla maggioranza di centrodestra". L’Associazione Galileo 2001 esprime disappunto per quanto si legge a pag. 148 del programma dell’Unione. Si rende necessario – si legge in quel programma di governo - ritornare ai principi della legge quadro sull'elettrosmog approvata dal governo di centrosinistra, applicando il principio di precauzione e modificando radicalmente i decreti attuativi varati dalla maggioranza di centrodestra. Galileo 2001 ricorda che i campi elettromagnetici generati dalle linee di trasmissione elettrica e dalle antenne radiotelevisive e di telefonia mobile cui tutti noi siamo normalmente esposti non danno luogo ad alcun aumento di rischio sanitario o ambientale, come le comunità scientifiche radioprotezionista e oncologica internazionali hanno più volte ribadito: i campi magnetici dalle linee di trasmissione elettrica presentano gli stessi rischi oncologici del caffè e delle verdure sottaceto, quelli a radiofrequenza non promuovono né inducono il cancro. Val la pena ricordare come la Commissione Internazionale (Cognetti, Doll, Falciasecca, Regge, Repacholi) commentò la legge-quadro di cui il programma dell’Unione si vanta ed i decreti attuativi che il governo proponeva nel 2000: Tale legge è intrinsecamente incoerente e scientificamente debole e alla luce delle informazioni scientifiche correnti, non fornisce alcuna protezione aggiuntiva alla popolazione italiana. I decreti non riportano giustificazioni scientifiche, per cui le basi su cui sono stati fissati i limiti di esposizione sono puramente arbitrarie e il livello di protezione sanitaria fornito da tali limiti è del tutto sconosciuto; e se il livello di tutela sanitaria è ignoto, l’enorme costo supplementare che l’attuazione di tale legge comporterebbe potrebbe, benissimo, non arrecare alcun beneficio alla salute. La scelta di limiti di esposizione impossibili da giustificare, sia scientificamente sia logicamente, ha già creato una certa sfiducia nella scienza e nelle autorità. Una revisione degli attuali decreti nel senso auspicato dal programma dell’Unione, senza comportare al Paese alcun beneficio, comporterebbe invece un danno di decine di miliardi di euro e la beffa di non salvare alcuno da alcuna malattia, oltre che allontanare l’Italia dal contesto europeo e internazionale. Al fine di evitare confusione sui livelli di esposizione da adottare, chiediamo, piuttosto, che la legge-quadro e i limiti italiani siano modificati in modo da essere completamente allineati con le linee-guida suggerite dall’Icnirp (Comitato internazionale per la protezione dalle Radiazioni Non-ionizzanti, unico organo internazionalmente riconosciuto a esprimere parere in materia), come raccomandato espressamente dalla Commissione dell’UE e recepito da tutti i Paesi membri, con la sola eccezione dell’Italia.

Fonte: Associazione Galileo 2001

Commento di Luca Puccetti
La legge sull'elettrosmog viene ricordata soprattutto per la caccia alle antenne di Radio Vaticana, l'unica caccia approvata dagli ambientalisti. C'era un progetto dell'amministrazione di centro-sinistra per interrare le linee di trasmissione elettrica, un affare da 50 miliardi di euro. Per realizzare il progetto si cominciò un battage sui media sul fatto che vivere vicino alle linee ad alta tensione provocasse il cancro. Siccome nessuno ci credeva si disse che bastava il solo sospetto e fu approvata la legge-quadro. Ma Umberto Veronesi osservò che il rischio cancerogeno dell'elettrosmog era destituito di fondamento e si rifiutò di firmare i relativi decreti attuativi, giudicando immorale spendere 100.000 miliardi di lire per proteggersi da un inesistente rischio di tumore quando con la stessa cifra si sconfiggerebbe definitivamente il cancro vero. Il nuovo governo di centro-destra istituì due commissioni: una internazionale di radioprotezionisti, oncologi, epidemiologi e fisici, e l'altra nazionale, presso l'Agenzia dell'Ambiente, presieduta da Renato Ricci, professore di fisica e presidente onorario della Società italiana di fisica. Entrambe le commissioni dissero che l'elettrosmog non esiste e che i decreti attuativi che il precedente governo aveva proposto avrebbero creato un colossale buco di bilancio senza alcun ritorno sanitario. Il governo di centrodestra approvò così decreti attuativi che disinnescarono la legge-quadro: ad esempio, è stata posta la soglia di campo magnetico a 3 microtesla quando il centrosinistra voleva adottare 0.2 microtesla (100 quelli suggeriti dalla comunità radioprotezionista internazionale e adottati in tutto il mondo ...)

Fonte: Il Giornale 27/02/06

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