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Nuovi concetti sulla BPCO
Inserito il 08 maggio 2008 da admin. - pneumologia - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

La BPCO non è solo una malattia dei fumatori nè dei soggetti anziani.



Un intero numero del Lancet richiama l'attenzione su una malattia, la BPCO, che un editoriale definisce "negletta", pur trattandosi della 5°-6° causa di morte.
Un primo studio [1], che ha esaminato la prevalenza della BPCO nel mondo, evidenzia che nel 15% dei soggetti affetti da BPCO non vi è una storia di fumo. L'esposizione ad inquinannti atmosferici sia di tipo industriale che civile rendono conto di questa percentuale. Anche l'esposizione al fumo passivo è un'altra importante causa di BPCO nei non fumatori [2].
Un altro concetto che deve essere messo in discussione è che la BPCO sia una malattia degli anziani. In realtà circa il 5-10% dei giovani non fumatori mostra segni di BPCO: sembra che in questi casi sia importante, dal punto di vista fisiopatologico, una scarsa funzionalità respiratoria nella prima infanzia [3].
Infine alcuni autori [4] ritengono che sia giunto il momento di guardare alla BPCO con occhi nuovi: la malattia è spesso associata a importanti comorbidità causate esse stesse dal fumo (cardiopatia ischemica, ipertensione, neoplasie) e purtroppo in molti RCT che hanno valutato l'efficacia dei farmaci nella BPCO la presenza di tali condizioni costituiva un fattore di esclusione dagli studi. Questo rende non sempre trasferibili nella pratica i risultati della ricerca. Sarebbe ora di pensare alla BPCO come ad una condizione più variegata che gli autori chiamano "sindrome infiammatoria cronica sistemica", in cui le comorbidità che la accompagnano devono essere riconosciute come parte della diagnosi piuttosto che come quadri clinici separati.


Fonte:

1. Buist AS et al on behalf of the BOLD Collaborative Research Group.
International variation in the prevalence of COPD (The BOLD Study): a population-based prevalence study. Lancet 2007 Sept 1; 370: 741-750
2. Yin P et al. Passive smoking exposure and risk of COPD among adults in China: the Guangzhou Biobank Cohort Study. Lancet 2007 Sept 1; 370: 751-757
3. Stern DA et al. Poor airway function in early infancy and lung function by age 22 years: a non-selective longitudinal cohort study. Lancet 2007 Sept 1; 370:758-764
4. Fabbri LM et al. From COPD to chronic systemic inflammatory syndrome? Lancet 2007 Sept 1; 370:797-799



Commento di Renato Rossi

Gli articoli del Lancet portano l'attenzione su una patologia che, pur essendo un' importante causa di morbidità e di mortalità, non sembra ricevere, nella ricerca, la stessa attenzione di altre condizioni croniche come per esempio l'ipertensione, il diabete e le malattie cardiovascolari.
Il Lancet introduce concetti che non sono nuovi ma ai quali probabilmente anche i medici prestano poca attenzione. Anzitutto la BPCO non deve più essere ritenuta una malattia peculiare dei fumatori perchè altri fattori, dall'inquinamento atmosferico al fumo passivo, rendono conto di forme di malattia che colpiscono chi non ha mai fumato. Inoltre non solo gli anziani si ammalano di BPCO e sta sempre più acquistando importanza la predisposizione genetica. Ma forse l'aspetto più interessante messo in luce è la nuova visione della malattia che deve integrarsi nel complesso quadro clinico che si vede, di solito, nella pratica di tutti i giorni: malati con comorbidità importanti che risconoscono la stessa causa (il fumo) della BPCO e che la ricerca ha spesso trascurato.
Purtroppo, se tutto questo è importante dal punto di vista teorico e speculativo, rimane il problema di una malattia che, nelle sue forme più avanzate, ha una evoluzione che non si può arrestare con i farmaci attualmente disponibili e nella quale l'unica vera prevenzione è la lotta al fumo. Pur riconoscendo che esistono altri cofattori è inconstenstabile che il fumo di sigaretta è la causa primaria e che la maggior parte (circa il 70-80%) dei pazienti in stadio iniziale, cioè quando vi sono alterazioni spirometriche ma non sintomi, non progredisce verso forme più gravi ed evolutive. La vera proprità in questi casi è la cessazione del fumo e non l'uso dei farmaci.



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