vai alla home introduttiva di Pillole.org
 
  Pillole 
   
 
Iscritti
Utenti: 2314
Ultimo iscritto: ValeM
Iscritti | ISCRIVITI
 
L'ansia aumenta il rischio di infarto miocardico
Inserito il 11 agosto 2008 da admin. - cardiovascolare - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

Sono sempre più numerosi gli studi che sottolineano come i fattori psicologici siano importanti predittori del rischio cardiovascolare.


In questo studio sono stati arruolati 735 uomini (età media 60 anni), seguiti per 12 anni. I partecipanti sono stati esaminati sotto il profilo psicologico per valutare la presenza di ansia, definita come psicoastenia (dubbi eccessivi, pensieri ossessivi o compulsioni irrazionali), introversione sociale, fobia o ansia manifesta. Dopo aver corretto i dati per vari fattori di confondimento (tra cui la glicemia a digiuno, il BMI, il colesterolo HDL, la pressione arteriosa, l'età, l'educazione, la stato civile) si è riscontrato che la presenza di ansia cronica era associata ad un aumentato rischio di infarto del miocardio del 43% (IC95% da 15% a 77%).
Gli autori concludono che la predisposizione all'ansia è un segnale che i medici dovrebbero prendere in considerazione quando valutano il rischio cardiovascolare degli uomini anziani, tuttavia questi risultati potrebbero non essere applicabili alle donne o ad uomini più giovani.


Fonte:

Shen B-J et al. Anxiety characteristics independently and prospectively predict myocardial infarction in men. The unique contribution of anxiety among psychologic factors.
J Am Coll Cardiol, 2008; 51:113-119



Commento di Renato Rossi

Non è il primo studio che documenta una associazione tra infarto e fattori psicologici. Tra tutti ricordiamo lo studio caso-controllo INTERHEARTH [1] che dimostrò come la presenza di fattori stressanti di tipo psicologico fossero dei determinanti del rischio di cardiopatia ischemica.
D'altra parte vari autori ritengono che i fattori psicosociali rivestano un ruolo altrettanto importante dei classici fattori generalmente utilizzati per valutare il rischio cardiovascolare [2].
In uno studio su 19 soggetti colpiti da stress emotivo e violento [3] si vide che i pazienti presentavano all'ecocardiogramma una disfunzione ventricolare sinistra mentre il quadro clinico era caratterizzato da dolore toracico, edema polmonare o shock cardiogeno. Inoltre l'ECG documentava inversione delle onde T e prolungamento dell'intervallo QT e gli esami ematochimici mostravano un aumento delle troponine I e delle catecolamine plasmatiche. Non dovrebbe quindi destare meraviglia che uno stato di ansia cronica e persistente, per il tramite di una attivazione prolungata del sistema adrenergico, possa risultare associato ad un aumentato rischio di infarto.
Altri studi hanno documentato che lo stress cronico legato al lavoro o a problematiche nei rapporti tra coniugi risulta associato ad un aumento della mortalità cardiovascolare [5,6].
Al fine di valutare i legami tra problematiche psicologiche e malattie cardiovascolari alcuni ricercatori del Johns Hopkins Hospital (Baltimora, USA) hanno esaminato la letteratura pubblicata al riguardo tra il 1990 e il 2006 [7]. La rivistazione dell'argomento ha potuto chiaramente evidenziare che uno stress psicologico può causare eventi cardiovascolari. Gli autori riferiscono alcuni esempi: nel 1994 Los Angeles fu colpita dal terremoto e nel periodo seguente gli arresti cardiaci aumentarono di ben cinque volte rispetto al normale. Dopo l'11 settembre 2001, quando furono abbattute le Torri Gemelle, i defibrillatori negli USA furono usati con una frequenza circa tre volte maggiore rispetto al normale.
D'altra parte è credenza comune che eventi stressanti, come per esempio un lutto o una separazione, possano provocare attacchi cardiaci.
Assodato quindi che stress acuto e cronico e fattori psicologici possono essere dannosi per il cuore se ne possono trarre alcune conclusioni:
1) questi fattori dovrebbero essere presi in considerazione quando si valuta il rischio cardiovascolare di un paziente, per poter avere una stratificazione migliore
2) rimane da stabilire se i farmaci psicotropi (ansiolitici, antidepressivi) e/o i vari trattamenti di tipo psicologico siano in grado di portare benefici sul versante cardiaco.



Referenze

1. Rosengren A et al. Association of psychosocial risk factors with risk of acute myocardial infarction in 11 119 cases and 13 648 controls from 52 countries (the INTERHEART study): case-control study
Lancet 2004 Sept 11; 364: 953-62
2. Rozanski A et al. The epidemiology, pathophysiology, and management of psychosocial risk factors in cardiac practice. The emerging field of behavioral cardiology. J Am Coll Cardiol, 2005 Mar 1; 45:637-651.
3. Wittstein IS et al. Neurohumoral Features of Myocardial Stunning Due to Sudden Emotional Stress
N Engl J Med 2005 Feb 10; 352:539-548
5. Matthews KA et al. Chronic Work Stress and Marital Dissolution Increase Risk of Posttrial Mortality in Men From the Multiple Risk Factor Intervention Trial. Arch Intern Med. 2002 Feb 11;162:309-315
6. Kivimäki M et al. Work stress and risk of cardiovascular mortality: prospective cohort study of industrial employees. BMJ 2002 Oct 19;325:857-860
7. Brotman DJ et al. The cardiovascular toll of stress. Lancet 2007 Sept 22; 370:1089-1100





Letto : 3562 | Torna indietro | Stampa la Pillola | Stampa la Pillola in pdf | Converti in XML
 
© Pillole.org 2004-2024 | Disclaimer | Reg. T. Roma n. 2/06 del 25/01/06 | Dir. resp. D. Zamperini
A  A  A  | Contatti | Realizzato con ASP-Nuke 2.0.7 | Versione stampabile Versione stampabile | Informa un amico | prendi i feed e podcasting di Pillole.org
ore 16:49 | 96575021 accessi| utenti in linea: 59497