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Problemi con l’ uso di Dapoxetina nell’ eiaculazione precoce
Inserito il 09 settembre 2011 da admin. - andrologia - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

L’ esame degli studi effettuati sulla Dapoxetina nel trattamento dell’ eiaculazione precoce evidenziano alcuni dubbio sulla sua effettiva utilita’.
Nel nostro mensile (dicembre 2009) avevamo annunciato l’ arrivo della Dapoxetina (Priligy), il primo farmaco con specifica indicazione per l’ eiaculazione precoce, immaginando che si stesse quanto meno tentando un nuovo boom simile a quello del Viagra. Ora pero’ sembra che si stiano evidenziando alcuni problemi non previsti.

Riassumiamo: la Dapoxetina e’ un inibitore del riassorbimento della serotonina a breve durata d’azione, autorizzato in Europa per l’eiaculazione prematura.

Xagena riporta un articolo pubblicato su Prescrive International in cui si evidenzierebbe che i quattro studi clinici controllati con placebo sulla Dapoxetina hanno mostrato che il vantato effetto sul tempo di eiaculazione e il conseguente miglioramento soggettivo della vita sessuale vengono avvertiti solo da una minoranza di coppie.

Si tratta di 4 studi randomizzati, controllati con placebo, in doppio cieco per un totale di 4.414 uomini.
In un terzo dei partecipanti (sia uomini che donne) e’ stato evidenziato un sostanziale effetto placebo, mentre solo 1 uomo su 3 e 1 donna su 5 hanno percepito almeno un moderato miglioramento della soddisfazione sessuale.

Gli effetti avversi di Dapoxetina sarebbero quelli tipici degli inibitori della ricaptazione della serotonina , alcuni dei quali possono essere gravi, come autolesionismo, comportamento aggressivo e sindrome da serotonina. Possono anche presentarsi ipotensione posturale e sincope.

Si fa presente pure che la Dapoxetina č fortemente metabolizzata dagli isoenzimi CYP3A4 e CYP2D6 del citocromo P450, e pertanto si presenta un elevato rischio di interazioni farmacocinetiche.
L’ articolo conclude che non c’č alcuna giustificazione per esporre gli uomini a reazioni avverse potenzialmente gravi solamente per un moderato miglioramento sintomatico in un disturbo scarsamente definito, e che la terapia di riferimento deve rimanere quella comportamentale.

Daniele Zamperini
Fonte:
Xagena
Prescrire International, 2010



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