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L'Insostenibile crescita della spesa sanitaria
Inserito il 14 luglio 2012 da admin. - scienze_varie - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

Nel 2050 l'andamento della spesa sanitaria e per il welfare potrebbe essere insostenibile raddoppiando rispetto ai valori attuali.

Le proiezioni Ecofin Ocse e Fmi suggeriscono che nel lungo periodo, senza interventi correttivi di policy, l’incidenza della spesa sanitaria pubblica sul Pil possa arrivare a raddoppiarsi o più che raddoppiarsi. È né più né meno probabile che in futuro si ripeta quanto già accaduto dal 1960 ad oggi, con aumenti straordinari (multipli) di quell’incidenza.
È rispetto a questi ordini di grandezza che la governance è chiamata, oggi, a progettare per tempo delle soluzioni. Una simile dinamica potenziale non è sostenibile. Bastano pochi esempi per rendersene conto. In Italia, per stabilizzare l’incidenza della spesa sanitaria pubblica sul Pil al livello attuale, nel 2050 il coverage dovrebbe ridursi dall’attuale 75 per cento circa al 50 per cento se si fa riferimento allo scenario centrale di Awg-Ecofin, oppure significativamente al di sotto del 50 per cento se si fa riferimento allo scenario a più intensa crescita tracciato dall’Ocse. Si manifesterebbero problemi sia per la copertura dei livelli essenziali di assistenza sia, a maggior ragione, per l’inclusione dell’innovazione nei livelli essenziali.
Se le proiezioni sono quelle Ocse o dello scenario «tecnologico» di Awg‐Ecofin, per ricondurre il debito pubblico italiano al 60 per cento del Pil nel 2050, sarebbe necessario un profilo di avanzi di bilancio continuamente crescente sino a superare il 10 per cento del Pil,
con conseguente totale «ingessamento» della politica annuale di bilancio.
Oggi, in Italia, ogni persona attiva finanzia la spesa pubblica per pensioni e sanità dedicata agli ultrasessantacinquenni con risorse equivalenti ad oltre il 31 per cento del Pil pro-capite. Al 2050, questo valore sarà del 42,2 per cento se si considerano le proiezioni per pensioni e sanità dello scenario centrale di Awg-Ecofin; e del 48,6 per cento se le proiezioni della sanitaria sono quelle dello scenario a più intensa crescita dell’Ocse15. L’incremento al 2050 deriverà soprattutto dalla sanità, come testimonia il dato che emerge se le proiezioni sanitarie Awg- Ecofin (scenario Awg-reference) sono sostituite con quelle Ocse. Nella media Ue-15, i tre valori
sono rispettivamente 25,2, 38,3 e 45%.
Oggi, in Italia, ogni persona occupata finanzia la spesa pubblica per pensioni e sanità dedicata agli ultrasessantacinquenni con risorse equivalenti ad oltre il 52,6 per cento del Pil pro-capite.
Al 2050, questo valore sarà del 62,3 per cento se si considerano le proiezioni per pensioni e sanità dello scenario centrale di Awg‐Ecofin; e del 71,5 per cento se le proiezioni della sanitaria sono quelle dello scenario a più intensa crescita dell’Ocse. Nella media Ue‐15, i tre valori sono rispettivamente 36,2, 51,5 e 60,4 per cento. Se la dinamica della spesa si posizionasse anche solo in una situazione intermedia tra lo scenario centrale di Awg‐Ecofin e quello a più intensa crescita dell’Ocse, in Italia nel 2050 l’incidenza della spesa sanitaria pubblica sul Pil arriverebbe ad approssimare quella della spesa pensionistica pubblica (nel lungo periodo stabilizzata al 14 per cento). Quale spazio rimarrebbe per finanziare gli altri istituti di welfare? Questa domanda non può rimanere senza risposta, tenuto conto che la diversificazione degli istituti di welfare (per famiglia, minori, povertà, accesso alla casa, education, mercato del lavoro, etc.) ha effetti positivi sia sullo stato di salute (fisica e mentale) che sullo sviluppo economico, e con ciò rientra a pieno titolo nelle azioni di policy su cui puntare per governare il trade-off tra esigenze di spesa sanitaria e disponibilità di risorse.






Fonte

F. Pammolli, N.C. Salerno: I TREND DELLA SPESA SANITARIA E LE RAGIONI DEL FINANZIAMENTO MULTIPILLAR CON COMPONENTE AD ACCUMULAZIONE REALE. CERM Quaderno 4-2010.

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