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I noduli tiroidei benigni raramente hanno una evoluzione maligna
Inserito il 27 settembre 2015 da admin. - endocrinologia - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

Nella maggior parte dei casi i noduli tiroidei benigni non hanno tendenza accrescitiva mentre l'evoluzione verso una forma neoplastica maligna è rara.


La diagnosi di nodulo tiroideo è decisamente aumentata in questi ultimi anni grazie all'ampia disponibilità dell'ecografia. Succede di frequente che grazie ad una ecografia della regione del collo eseguita per altri motivi (per esempio per esplorare le carotidi) evidenzi la presenza di noduli tiroidei di piccole dimensioni, asintomatici e non rilevabili con la palpazione.

Di fronte ad un nodulo tiroideo la prima preoccupazione del medico è di escludere che si tratti di una formazione maligna. Già le caratteristiche ecografiche possono fornire elementi utili per discriminare una neoformazione benigna da una maligna, ma il gold standard per la diagnosi differenziale è l'esame citologico effettuato tramite agoaspirato.

Una volta assolto il nodulo tiroideo rimane, però, il problmea del suo follow up. Alcuni autori italiani sono partiti dalla constatazione che non c'è un consenso unanime su quale debba essere il follow up di noduli tiroidei citologicamente benigni, anche se le linee guida consigliano un esame ecografico dopo 6-18 mesi e se il nodulo è stazionario ulteriori controlli ogni 3-5 anni. Nel caso il nodulo presentasse un accrescimento significativo si rende necessario un nuovo esame citologico.

Questi autori, al fine di determinare quale sia la storia naturale dei noduli benigni, hanno effettuato uno studio osservazionale prospettico su quasi mille soggetti che presentavano noduli tiroidei (da 1 a 4) benigni all'esame ecografico e/o citologico (per un totale di 1567 noduli).
Il follow up è durato 5 anni.
Un esame ecografico è stato eseguito ogni anno e l'accrescimento del nodulo veniva giudicato significativo se era di almeno il 20%, con un incremento minimo di 2 mm.

Un accrescimento del nodulo o dei noduli si è verificato in circa il 15% dei partecipanti. I fattori associati ad un aumento dei noduli sono stati: presenza di noduli multipli, volume del nodulo superiore a 0,2 ml, sesso maschile, età inferiore a 45 anni.

Nel 18,5% dei casi i noduli andarono incontro a diminuzione spontanea.
Una diagnosi di cancro tiroideo si ebbe in soli 5 casi. Interessante il dato che solo 2 di questi 5 tumori era andato incontro ad un aumento di volume.

Gli autori concludono che solo in una modesta percentuale dei casi i noduli tiroidei vanno incontro ad accrescimento e che l'evoluzione in cancro è rara. Per questo auspicano un cambiamento delle attuali linee guida suggerendo un follow up meno stretto.

Che dire?

Vedremo se effettivamente in futuro le linee guida adotteranno un approccio più "morbido" nel follow up dei noduli tiroidei benigni. Quel che è certo è che il criterio di basarsi sull'accrescimento del nodulo non sembra del tutto appropriato perchè solo 2 dei 5 casi di cancro tiroideo avevano mostrato una tendenza accrescitiva.
Altri studi ci potranno fornire ulteriori elementi di conoscenza sull' evoluzione naturale dei noduli tiroidei. E' altrettanto certo, però, che su tale questione si innesteranno inevitabilmente problematiche di tipo medico-legale e di medicina difensiva.



Renato Rossi


Bibliografia

1. Durante C et al. The Natural History of Benign Thyroid Nodules.JAMA. 2015 March 3;313: 926-935.





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