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Cortisonici sottodosati: errore terapeutico frequente negli asmatici
Inserito il 30 marzo 2002 da admin. - pneumologia - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  



È noto come la malattia asmatica sia molto diffusa (almeno il 10% della popolazione nei paesi sviluppati) e capace di gravi complicazioni, addirittura frequentemente minacciose per la vita stessa. L'asma è generalmente curata sulla base delle linee-guida della "British Thoracic Society" del 1997, che prevedono l'associazione di un beta-2 stimolante e di un anticolinergico per via inalatoria, nonché l'uso di un corticosteroide ad alte dosi.
Alcuni ricercatori francesi hanno voluto esaminare se i trattamenti farmacologici dei pazienti asmatici fossero adeguati; sono state perciò esaminate le terapie di circa 3.800 pazienti arrivati al Pronto Soccorso per condizioni di asma acuta.
Di questi quasi 1.000 avevano un asma iperacuta, minacciosa per la vita stessa.
Questa quota è molto alta rispetto a quanto prevedibile sulla base dei dati desunti dalla generalità della popolazione; l'alta concentrazioni di forme gravi potrebbe essere indice di un inadeguato trattamento domiciliare che rendeva necessario il ricorso al Pronto Soccorso.
In effetti l'esame delle terapie somministrate a questi pazienti, soprattutto al gruppo ad alto rischio di vita, è risultato spesso carente rispetto alle linee-guida: in questo gruppo gli anticolinergici venivano somministrati soltanto alla metà dei soggetti mentre il cortisone veniva usato nel 68% dei casi di gravità estrema.
È stato osservato come la maggior parte delle persone avesse ricevuto istruzioni scarse e inadeguate circa le opzioni di trattamento della crisi asmatica domiciliare e non avesse potuto quindi servirsi pienamente dei mezzi terapeutici a propria disposizione.
Soprattutto si è dimostrato rilevante l'inadeguato trattamento con cortisonici, forse per carenze culturali dei pazienti o dei medici stessi.

Fonte: Lancet 2001;358:629-635

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