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Colon irritabile: poche evidenze per scegliere il trattamento
Inserito il 16 febbraio 2020 da admin. - gastroenterologia - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

Una revisione sistematica sottolinea come le evidenze disponibili sul trattamento del colon irritabile siano limitate e a rischio di distorsioni.


Il trattamento del colon irritabile prevede numerose opzioni, ma, secondo una metanalisi [1], le evidenze a loro sostegno sono limitate e/o a rischio di errore.

Gli autori avvertono che, anche se sono disponibili nuove terapie, nella maggior parte dei casi i medici scelgono, come trattamento di prima linea, farmaci tradizionali: fibre solubili (per esempio ispagula cuticola), l'olio alla menta piperita, antispastici, triciclici, SSRI e ligandi della subunità alfa 2 delta del canale del calcio (gabapentin e pregabalin).

In tutto sono stati analizzati 51 studi, ma solo 11 sono stati giudicati a basso rischio di distorsione.

Si è evidenziato che l'olio alla menta piperita, i triciclici e gli antispastici sono più efficaci del placebo nel migliorare i sintomi generali del colon irritabile in un periodo di 4-12 settimane di trattamento.
Secondo la metanalisi il migliore sembra l'olio alla menta piperita.
Per quanto riguarda il dolore addominale i migliori risultati sono stati ottenuti dai triciclici.
L'ispagula cuticola (una fibra solubile) è il trattamento che appare meno associato ad eventi avversi (si usa soprattutto per trattare la stipsi o quando è necessario ammorbidire le feci per ridurre il dolore durante il passaggio nel canale anale come per esempio nella ragade anale).
Invece gli antidepressivi triciclici sono i farmaci che potrebbero, con più frequenza, essere associati ad effetti collaterali.

Gli autori sottolineano che queste conclusioni sono gravate da incertezza a causa della mancanza di rigore metodologico in molti degli studi esaminati.
Inoltre gli effetti avversi dei vari trattamenti nel lungo periodo rimangono ignoti a causa della breve durata degli studi stessi (4-12 settimane).

Che dire?

La metanalisi aiuterà certamente medici e pazienti a scegliere il trattamento più appropriato. Ma le evidenze limitate e a rischio di distorsioni (bias) impongono spesso una navigazione a vista. L'esperienza pratica dimostra che è necessario trovare empiricamente, tra le varie opzioni, quella più efficace per il singolo paziente.


Renato Rossi


Bibliografia

1. Black CJ et al. Efficacy of solubre fibre, anti-spasmodic drugs, and gut-brain modulators in irritable bowel syndrome: a systematic review and net work meta-analysis. Lancet Gastroenterology & Hepatology 2020 Feb 1; 5:117-131.



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