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Fammi veder come cammini e ti dirò come ragioni
Inserito il 15 agosto 2021 da admin. - neurologia - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  

La "andatura" può essere un prezioso indicatore dello stato cognitivo

Strano ma vero: esaminando con attenzione Il cammino di una persona anziana, non solo è possibile ipotizzare problemi ortopedici o neurologici, ma sarebbe possibile ottenere preziose indicazioni sul suo stato cognitivo fino ad identificare precocemente possibili forme di demenza.
Lo dimostra una interessante studio canadese(1) effettuato utilizzando i Database di due importanti studi pubblicati due anni or sono: “ The Comprehensive Assessment of Neurodegeneration and Dementia (COMPASS-ND) cohort study” e "The Gait and Brain Study”; sono stati selezionati ed esaminati i dati di cinquecento persone anziane.(2,3)
Le basi neurofisiologiche della relazione tra le modalità di cammino e lo Stato cognitivo sono sintetizzate nella introduzione dell'articolo e consentono di comprendere l'importanza e l'interesse delle ricerche in questo ambito: le riassumiamo in pochi sempilci concetti:
1) La coordinazione motoria che è la base della normale camminata richiede un controllo corticale e sottocorticale automatico, molto preciso e delicato, del quale acquisiamo consapevolezza solo allorché viene a mancare.
2)Irregolarità della marcia non dovute a motivi ortopedici od internistici sono generalmente un indicatore di una disfunzione o lesione cerebrale che nella larga maggioranza dei casi comporterà anche problemi cognitivi.
3)Una analisi dettagliata delle caratteristiche della camminata può identificare alterazioni più specificamente correlate a problemi cognitivi ed in particolare a forme di demenza.

I ricercatori hanno selezionato i pazienti esaminando i database del Compass-Nd e del Gate and Brain Study, entrambi dettagliatamente descritti nei rispettivi studi(2,3). Tutti i soggetti erano residenti in comunità ed erano stati valutati tanto da un punto di vista internistico che neurologico e neuropsicologico.
In tutti i pazienti reclutati era stata effettuata una accurata valutazione cognitiva ed una valutazione della andatura di cammino con esame di alcuni parametri caratterizzanti.
Nei pazienti con deficit cognitivo sono state valutate in particolare le caratteristiche della camminata, quattro delle quali sono state ritenute rilevanti: ritmo, velocità, regolarità o variabilità tra un passo e l'altro e controllo posturale.
I dati raccolti sono stati giudicati affidabili e soddisfacenti per 500 dei pazienti esaminati.
Secondo gli studiosi vi sarebbe una correlazione significativa tra la variabilità dei passi del camino e lo stato cognitivo del paziente, mentre tale correlazione non sarebbe significativa per gli altri parametri: ritmo, velocità ed, inaspettatamente, anche il controllo posturale che appare compromesso solo nelle forme medio-gravi di demenza.
Secondo gli autori l'aumento di variabilità del passo sarebbe particolarmente frequente nelle forme di Alzheimer e con minore frequenza nella demenza a corpi di Lewy: gli autori sottolineano l' interesse di questo dato per anticipare la diagnosi di demenza.


Limiti dello studio e sua rilevanza
Il limite più serio dello studio è legato al suo disegno. Si tratta infatti di una ricerca retrospettiva effettuata su database affidabili ma validati per altri studi. I risultati potrebbero quindi essere influenzati da bias legati alla popolazione originale ed ai criteri di selezione di questa: è quindi essenziale che questi dati possano essere verificati in studi prospettici, possibilmente di coorte.
Lo studio tuttavia ha un indubbio interesse per il medico pratico per due motivi: conferma quanto da tempo noto circa la interazioni fa funzioni psico-cognitive e motricità e soprattutto ricorda ai medici pratici la ottima abitudine dei vecchi clinici di osservare attentamente il paziente in tutti i suoi atti vitali, in quanto da ciascuno di essi potrebbero emergere preziosi indizi di disfunzioni non ancora svelate.
Lo studio offre indicazioni anche ai medici troppo indaffarati: è sufficiente un video girato dai familiari per evidenziare irregolarità dei passi del cammino ed individuare cosi precocemente, come i grandi clinici del passato, malattie al momento nascoste...

Riccardo De Gobbi


Bibliografia

1) Frederico Pieruccini-Faria, Sandra E. Black et Al.:Gait variability across neurodegenerative and cognitive disorders: Results from the canadian Consortium of Neurodegeneration in Aging (CCNA) and the Gait and Brain Study Alzheimer’s Dement. 2021;1–12. DOI: 10.1002/alz.12298

2) Chertkow H, Borrie M, Whitehead V, et al. The comprehensive assessment of neurodegeneration and dementia: Canadian cohort study. Can J Neurol Sci. 2019;46(5):499-511.

3) Annweiler C, Beauchet O, Bartha R, Montero-Odasso M.: Knowledge WT-W group A-L for. Slow gait in MCI is associated with ventricular enlargement: results from the gait and brain study. J Neural Transm. 2013;120(7):1083-1092.


Per Approfondire: Giampaolo Collecchia, Riccardo De Gobbi, Roberto Fassina, Giuseppe Ressa, Renato Luigi Rossi: La Diagnosi Ritrovata. Il Pensiero Scientifico Editore
http://pensiero.it/catalogo/libri/professionisti/la-diagnosi-ritrovata




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