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Perché il Monkeypox- Vaiolo delle Scimmie- potrebbe crearci seri problemi....
Inserito il 12 giugno 2022 da admin. - infettivologia - segnala a: facebook  Stampa la Pillola  Stampa la Pillola in pdf  Informa un amico  



La notizia di alcune settimane fa concernenti poche decine di casi di vaiolo delle scimmie trasmesso all'uomo ha suscitato semplice curiosità in larghissima parte della opinione pubblica: solo una minoranza di esperti ci ha esortato a non sottovalutare il fenomeno. In effetti questi " veri esperti" hanno ragione: con l' aiuto di una ottima sintesi del Jama(1) vediamo perché...

Il virus del Vaiolo delle scimmie (Monkeypox) è conosciuto fin dal 1958 ed è stato isolato nell'uomo film del 1970. I recenti casi umani di Monkeypox hanno suscitato la preoccupazione degli epidemiologi perché dalle poche decine di casi di inizio maggio, si è passati a 257 casi in 16 diversi paesi censiti il 30/5, ai 780 casi il 6 giugno in 27 diversi paesi di 4 continenti ( in particolare in Europa e Nord America); in alcuni soggetti la modalità di trasmissione della malattia inizialmente indicata, ovvero il “contatto diretto”non era evidenziabile nella anamnesi, tanto che si sono avanzate varie ipotesi, tra le quail la possibile presenza di serbatoi virali in animali domestici o la trasmissione mediante “droplet”: in questi casi la diffusione potrebbe divenire epidemica…

Sono stati isolati e tipizzati almeno 2 ceppi di Monkeypox: il “ceppo della Africa Occidentale” ed il “ceppo del Centro Africa”. Il primo è quello attualmente prevalente, non sembra molto virulento e comporterebbe una mortalità inferiore al 4% di solito in soggetti immunodepressi o debilitati.
Il secondo, del “ Centro-Africa”, è endemico in alcuni paesi, ha una maggiore infettività e comporterebbe una mortalità nell'uomo attorno al 11%. (A titolo di confronto ricordiamo che il vaiolo umano comportava una mortalità del 30-40% a seconda dei ceppi).
Un ulteriore problema riguarda l'immunità di gregge verso questo virus che è sicuramente presente in Africa, specie nel Centro- Africa, ma praticamente inesistente nei paesi occidentali .

Sintomi: I sintomi del “vaiolo delle scimmie” sono generalmente febbre, mal di testa, linfonodi ingrossati (nel collo, sotto le ascelle o all'inguine), dolori muscolari e alla schiena e affaticamento(non tutti i pazienti tuttavia presentano di questi sintomi). In genere, entro 1-3 giorni dall'insorgenza della febbre, i pazienti sviluppano un'eruzione cutanea che spesso compare prima sul viso, poi si diffonde ad altre parti del corpo e può coinvolgere la bocca, la vagina e l'ano. L'eruzione cutanea inizia come macchie rosse piatte, che divengono vescicole piene di liquido dapprima sieroso poi purulento e si trasformano quindi in croste che guariscono nell'arco di diverse settimane.

Il vaiolo umano ha delle affinità antigeniche con il Monkeypox e gli anticorpi antivaiolo umano sembrano essere protettivi, ma il tasso di anticorpi anti- vaiolo nelle nostre comunità è bassissimo in quanto fin dalla fine degli anni 70 si sospese la vaccinazione e nel 1980 l' Oms dichiarò ufficialmente estinto il vaiolo umano.
Gli epidemiologi sono quindi comprensibilmente preoccupati in quanto un virus (al momento non letale in USA ed Europa ma con letalità fino all’11% in Africa ove tuttavia il virus circola ed immunizza molti soggetti…) si sta diffondendo per motivi non chiariti e con modalità non del tutto note in una popolazione pressochè totalmente sprovvista di immunità specifica ...


Concludendo E' sicuramente scorretto minimizzare il problema, come proposto da qualche “esperto di Talk Show”: i drammatici sciagurati errori e le colpevoli omissioni con i virus Sars- individuati nel lontano 2002 dal grande medico ed epidemiologo italiano Carlo Urbani che pagò con la vita il suo generoso impegno-dovrebbero indurci alla massima prudenza ed alla applicazione delle regole basilari per la prevenzione delle epidemie: identificare i malati, individuare le fonti di contagio e le modalità di trasmissione, isolare gli infetti, identificare l' agente patogeno, controllare i contatti, programmare le azioni più idonee ad impedire la diffusione della malattia, programmare lo studio di un vaccino e/o di farmaci.
Se queste precauzioni ci sembrano eccessive ricordiamo che i sistemi sanitari funzionano davvero bene solo quando ci sembranno “inutili” perchè tutti godono di buona salute!!!


Riccardo De Gobbi


Bibliografia

Emily Harris: What to KnowAbout Monkeypox Jama Published online May 27, 2022 May 27, 2022. doi:10.1001/jama.2022.9499

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