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Circoncisione: ancora pareri discordi

Categoria : urologia
Data : 30 dicembre 2000
Autore : admin

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Testo :

Nel 1999 l' Accademia dei Pediatri Americani effettuo' una clamorosa marcia indietro su quella che pareva un' usanza ormai consolidata: la circoncisione, a detta dei rappresentanti di tale Associazione, arrecava effettivamente dei benefici in termine di riduzione di infezioni urinarie e di cancro del pene, ma tali benefici apparivano piuttosto marginali, e controbilanciati da aspetti negativi non indifferenti.
In definitiva, percio', si era deciso che la circoncisione non e' indispensabile per la salute del neonato, e che le infezioni del tratto urinario o il cancro del pene siano cosi' rari da non giustificare interventi di massa.
In opposizione a queste affermazioni e' stato recentemente pubblicato su Pediatrics uno studio ospedaliero multicentrico statunitense su oltre 15.000 lattanti maschi, nati in ospedale e di cui il 63% era stato circonciso durante l' ospedalizzazione o in occasione di una visita di controllo. Durante lo stesso anno (1996) venivano diagnosticate, negli stessi ospedali, 154 casi di infezione urinaria in bambini maschi di età inferiore ad un anno, di cui 132 (86%) non circoncisi.
Venivano riesaminate le storie cliniche di 52 dei 154 lattanti di sesso maschile con infezione urinaria, e questi venivano sottoposti ad ulteriori approfondimenti diagnostici: si rilevava che 45 di questi (87%) non erano stati circoncisi e mentre solo 7 (13%) erano stati circoncisi. Il numero di visite pediatriche di controllo nel corso dell' anno non variava nei due gruppi.
I ricercatori individuavano, come sorgente di infezione, una frequente infezione del glande nei bambini non circoncisi rispetto all' altro gruppo.
Le conclusioni di questi Autori indicavano entusiasticamente l' indicazione alla circoncisione, ma non sono pochi gli aspetti che destano perplessita': il basso numero di pazienti "approfonditi" rispetto al numero generale, la mancanza di informazioni su provenienza di questi soggetti (regione geografica, ceto sociale), la necessita' di un gruppo di controllo che valutasse eventualmente la percentuale di infezioni urinarie sul territorio, a confronto con quelle ospedalizzate. Insomma bisognera' aspettare ulteriori studi che certamente non mancheranno.
Daniele Zamperini: Fonte: Schoen EJ, Colby CJ, Ray GT, Pediatrics, 2000 Apr;105(4 Pt 1):789-93



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