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UN'AVVENTURA ESTIVA - TERZA PARTE

Categoria : Narrativa
Data : 25 dicembre 2023
Autore : admin

Intestazione :

In esclusiva per i lettori un breve racconto in tre parti di un’epoca che ormai non c’è più.
Buona lettura

Renato Rossi



Testo :

Carlo non si divertiva solo alla sera, anche le prime ore del pomeriggio gli parevano belle. Le strade a quell’ora erano quasi vuote, col caldo la gente se ne stava in casa con il ventilatore e chi era più fortunato con l’aria condizionata. Lui passeggiava da solo per le vie attorno all’ospedale civile di Padova e vedeva qualche donna alla finestra che non sapeva come passare il tempo e lo guardava. Certe gli sorridevano come soltanto una donna sola sa fare. Sorrisi invitanti che erano un programma. Almeno nella sua mente.
Qualche volta di pomeriggio andava sul Bacchiglione, appena fuori città, e si sdraiava sull’argine a prendere il sole e a sudare. Ci portò anche una ragazza che faceva la commessa in non so che negozio, in centro, e aveva due mezze giornate libere alla settimana. Aveva diciotto anni. La prima volta ci andò con un paio di pantaloncini corti e una canotta bianca. Se li tolse e sotto aveva un costume nero tutto un pezzo. Se dico che Carlo era in sollucchero non esagero. Aveva scelto con astuzia il posto dove stare: un punto nascosto alla vista di chi passava per la strada, dietro un gruppo di alberi, quindi situazione favorevolissima dal suo punto di vista.
Lei si sdraiò e gli chiese se era la prima volta che portava lì una ragazza. Il nostro eroe disse quello che doveva, che lei era la prima e che non ci aveva mai portato nessun’altra. Ed era la pura verità. La ragazza però sorrise che era un bugiardo, forse pensava di aver a che fare con una specie di Casanova. Voleva che le spalmasse la crema per il sole sulla schiena. Aveva delle gambe bianche e lunghe, con le caviglie un po’ grosse ma che a Carlo non dispiacevano. Il viso era pieno di lentiggini. Lui amava le ragazze con le lentiggini, purché non fossero troppe: credeva che dessero l’aria da secchiona e da quelle era sempre stato attratto come da una calamita.
Mentre le spalmava la crema lei lanciava gridolini per il solletico. Carlo la baciò, lei rise e disse:
– Cosa vuoi fare birichino?
Ma al bacio rispose socchiudendo le labbra. Lui l’abbracciò e lei si lasciò andare ma quando cercò di scostarle il costume si ritrasse e gli fece segno con l’indice che certe cose erano proibite. E lo guardava e rideva. E allora rise anche lui, ma solo perché non sapeva cos’altro fare. Certo non poteva violentarla. A parte che era contro la violenza, pensava che se una non vuole, non vuole e basta. Le disse di vestirsi e andarono a mangiare un gelato in centro.
La portò ancora qualche altra volta in riva al fiume ma quella cominciò a fare la smorfiosa, non voleva più andarci, preferiva girare per negozi. E allora Carlo alzò le spalle e non si fece più vedere. Non c’era stato tra loro che qualche bacio. Alla fine era ancora una ragazzina e non gli dispiacque più di tanto. Direte: è perché non ci sapeva fare. Non vi do torto, con le ragazze era una frana, ve l’ho già detto prima. Ma si può sempre imparare, nessuno nasce maestro e prima o poi avrebbe imparato anche il nostro Carlo.

(fine).





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stampato il 13/05/2024 alle ore 16:26:40