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I cannabinoidi nel dolore |
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Inserito il 04 febbraio 2018 da admin. - Terapia - segnala a:
Efficaci e molto utili in alcune circostanze.
Negli ultimi anni varie ricerche hanno dimostrato la efficacia dei cannabinoidi nella terapia del dolore. Ii cannabinoidi sintetici (C.S.) sono un gruppo di sostanze psicoattive di varia e differente struttura chimica che producono effetti psicostimolanti ed euforizzanti alterando le percezioni sensoriali. Essi agiscono innanzitutto sui recettori CB1 e CB2 verso i quali hanno una affinità da 50 a 300 volte superiore al Tetraidro- cannabinolo (THC) e sono agonisti forti dei recettori, anziché agonisti parziali come il THC: sono pertanto necessarie quantità molto inferiori,che tuttavia debbono essere valutate con molta precisione. I cannabinoidi sintetici stimolano anche i recettori serotoninici 5-HT2 A ed hanno anche effetti di varia intensità sui recettori della dopamina,della noradrenalina, del glutammato e del g.a.b.a., il che rende ragione degli effetti psichici intensi, gradevoli e prolungati(1). Viva preoccupazione riguarda il drammatico incremento dell’uso di C.S. tra gli adolescenti: essi interferiscono sul rafforzamento e sfoltimento di precise connessioni neurali mimando gli endocannabinoidi, ma in realtà danneggiando varie funzioni nervose e favorendo la insorgenza di depressione, schizofrenia, psicosi e disturbi nell'apprendimento(2). Tuttavia un uso controllato di dosi adeguate al problema da trattare potrebbe essere molto utile nella medicina pratica.
Un recente convegno alla George Washington University organizzato in collaborazione con il Dipartimento della Salute di Washington DC ha proposto ai medici USA alcuni punti di riferimento che possono essere utili nella prospettiva di una più diffusa utilizzazione di queste sostanze nella pratica medica.(3) Eccone una sintesi…
1 ) La azione analgesica dei cannabinoidi è certa e significativa: essi possono essere usati da soli ma sono particolarmente efficaci ed utili in associazione ad altri analgesici, ovviamente nel dolore severo. In particolare la associazione con oppioidi potrebbe aiutare a ridurre la dipendenza da questi ultimi farmaci che negli ultimi anni sta creando problemi in tutto il mondo occidentale.
2) I cannabinoidi sono particolarmente efficaci nel dolore neuropatico dove potrebbero avere una immediata utilizzazione.
3 ) Le vie di somministrazione che permettono un assorbimento più rapido ma anche più regolare e prevedibile sono la inalazione per via nasale e la assunzione sublinguale:la via orale è invece più lenta e comporta un assorbimento più irregolare.
4) Il mercato online dei cannabinoidi è del tutto inaffidabile in quanto fornisce prodotti non controllati. Una recente ricerca del Jama ha preso in esame 84 prodotti a base di cannabinoidi venduti online: solo nel 31% dei casi le informazioni fornite erano corrette e trovavano corrispondenza del prodotto venduto;nel 43% dei casi vi era una maggiore concentrazione di prodotto attivo ed in una minoranza dei casi non vi era neppure traccia di cannabinoidi nei prodotti messi in vendita; non risulta che questi prodotti siano stati ritirati dal commercio. 5) Anche per i cannabinoidi è valida la regola aurea di intervenire presto per usarne meno. Secondo gli esperti dovrebbero essere farmaci da prendere in considerazione al medesimo livello clinico degli oppioidi deboli: utile la associazione con Fans o con gli stessi oppioidi iniziando con il tramadolo che ha un minore effetto di depressione respiratoria.
Conclusioni I cannabinoidi da decenni sono stati oggetto di abuso, maluso e disuso. Su queste sostanze esistono molti articoli di vario genere e tipo ma solo da poco più di un decennio si sono prodotti studi clinici controllati che ne hanno dimostrato la efficacia in alcune malattie neurologiche e nella terapia del dolore. La disponibilità di cannabinoidi sintetici, già oggetto di pericolosi ed inquietanti abusi (5), può permettere di utilizzare questi farmaci a dosaggi più precisi e sicuri in condizioni cliniche controllate. Sono tuttavia necessari ulteriori rigorosi studi condotti su un numero adeguato di pazienti, per un intervallo temporale significativo. Anche per queste sostanze finalmente sembra giunto il tempo di passare dalla utopia, dal folklore e dalla letteratura fantastica alla seria, impietosa ma affidabile sperimentazione scientifica.
Riccardo De Gobbi
Bibliografia
1) Fantegrossi WE, Moran JH, Radominska-Pandya A, Prather PL. Distinct pharmacology and metabolism of K2 synthetic cannabinoids compared to Δ(9)-THC: mechanism underlying greater toxicity? Life Sci 2014;97:45-54.doi:10.1016/j.lfs.2013.09.017pmid:2408404
2) Fattore L. Synthetic cannabinoids—further evidence supporting the relationship between cannabinoids and psychosis. Biol Psychiatry 2016;79:539-48. doi:10.1016/j.biopsych. 2016.02.001pmid:26970364
3) http://doh.dc.gov/service/dcrx
4) Bonn-Miller MO, Simon S. Labeling accuracy of cannabidiol extracts sold online. JAMA 2017;359:1708-9. doi:10.1001/jama.2017.11909 5) http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=6698
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