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Le cefalee |
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Inserito il 12 novembre 2023 da admin. - neurologia - segnala a:
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Buona lettura
Renato Rossi
La cefalea è caratterizzata da una sensazione dolorosa a livello del ca-po, della faccia o della nuca. Si tratta di una delle condizioni che più frequentemente vengono viste nella medicina territoriale e anche in quella specialistica. In molti casi, pur essendo invalidante, non è dovuta a una causa pericolosa per la vita, ma in alcuni pazienti può rappresentare una vera e propria emergenza che richiede di essere riconosciuta e tratta-ta con urgenza. Tradizionalmente le cefalee vengono distinti in primitive e secon-darie. Le più frequenti in assoluto sono le forme primitive, quelle secondarie sono poco frequenti, ma importanti da diagnosticare perché possono riconoscere una causa grave che deve essere indivi-duata e se possibile trattata. Le cefalee primarie comprendono: l’emicrania; la nevralgia del trigemino; la cefalea tensiva.
Le forme secondarie possono essere causate da molte patologie: Malattie extracraniche: glaucoma acuto, sinusite Malattie endocraniche: neoplasie, ipertensione endocranica, infezioni (meningite, ascesso cerebrale, encefalite), malattie vascolari (ictus ischemico, emorragia cerebrale, vasculiti, trombosi dei seni venosi cere-brali) Malattie sistemiche: grave e acuta ipertensione arteriosa, febbre elevata, arterite gigantocellulare, malattie infettive Farmaci: abuso di analgesici, nitrati, estrogeni, inibitori di pompa pro-tonica, ecc.
Vari studi hanno analizzato prevalenza e caratteri epidemiologici delle cefalee. L’emicrania colpisce più frequentemente il sesso femminile con un rapporto 3:1. Si stima che negli Stati Uniti circa il 18% delle donne e il 6% degli uomini soffra di emicrania. Spesso inizia già in età prepubere mentre tende a ridursi come intensità e frequenza degli attacchi dopo i 40-50 anni. Raramente insorge dopo i 50 anni. Secondo l’OMS circa 1 adulto su 7 soffre di emicrania. La cefalea tensiva è ancora più frequente dell’emicrania e la sua prevalenza è stimata attorno al 20% della popolazione. Questo tipo di cefalea di solito inizia durante l’adolescenza e colpisce di più il sesso femminile con un rapporto stimato di circa 15 donne ogni 10 uomini.
Di fronte a un paziente che lamenta cefalea il primo dovere è quello di escludere una causa secondaria e soprattutto una forma grave e pericolosa per la vita. L’anamnesi è importante e permette di determinare: la gravità e la durata; la localizzazione; se la comparsa è stata acuta o graduale; quali sono i fattori che la aggravano (ad esempio lo sforzo o la defecazione) o la riducono (per esempio rimanere a riposo in una stanza buia e silenziosa); quali sono i caratteri (pulsante, gravativa, intermittente, persi-stente); se è la prima volta che il paziente soffre di cefalea; l’età di esordio di episodi simili; se i caratteri sono diversi dal solito; se è presente l’aura.
La presenza di vomito suggerisce un’emicrania oppure un’ipertensione endocranica, la febbre rimanda a una etiologia infettiva (una banale virosi, una sinusite o una causa grave come la me-ningo-encefalite), sintomi visivi e dolore retro-oculare monolaterale orientano verso un glaucoma acuto, la presenza di segni neurologici fa sospettare una patologia endocranica, rinorrea e ostruzione nasale sono indicative di sinusite acuta, un’arteria temporale ingrossata e arrossata depone per un’arterite gigantocellulare, la presenza di rigidità nucale indica una probabile meningite, uno stato confusionale è sospetto per patologie neurologica o meningite. Le condizioni che devono far sospettare una causa grave (red flags) sono: cefalea molto severa che colpisce pazienti che non ne hanno mai sofferto in passato; cefalea che esordisce dopo i 50 anni; storia di cancro, HIV o TBC; cefalea intensa che tende a peggiorare e che dura da ore; cefalea associata a nausea, vomito, rigidità nucale o febbre elevata; perdita di coscienza o stato confusionale; presenza di segni neurologici (paresi o paralisi, disartria, afasia, diplopia, vertigini); grave ipertensione; disturbi del visus e lacrimazione (glaucoma acuto); insorgenza dopo un trauma cranico; presenza di segni come stato di shock o rash cutaneo (pensare a una possibile sepsi); cefalea intensa a insorgenza acuta (bisogna pensare a emorragia subaracnoidea); cefalea durante il terzo trimestre di gravidanza (possibile si tratti di eclampsia); cefalea presente al mattino e che peggiora chinandosi in avanti o durante uno sforzo fisico (potrebbe essere un’ipertensione endocranica).
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