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 Trombosi venosa retinica e rischio cardiovascolareCategoria : oculistica
 Data : 05 maggio 2013
 Autore : admin
 
 Intestazione :
 
 Uno studio danese dimostra che la trombosi venosa retinica è un marker di aumentato rischio cardiovascolare e metabolico. 
 Testo :
 
 Una trombosi venosa retinica è una condizione vista con una certa frequenza negli ambulatori di Medicina Generale. Questa patologia colpisce in genere adulti di mezza età o anziani.Si ritiene che l'occlusione venosa sia dovuta ad una compressione esercitata da un vaso arterioso ispessito nel tratto in cui i due vasi si incrociano.
 La diagnosi naturalmente viene posta dallo specialista oculista, tuttavia una trombosi venosa retinica ha implicazioni molto importanti per il medico di cure primarie nel senso che è una spia di aumentato rischio cardiovascolare e metabolico.
 
 Lo suggerisce uno studio caso-controllo danese [1] effettuato su 1168 soggetti con diagnosi di occlusione venosa retinica documentata e 116800 controlli di età >/= 40 anni.
 Si è visto che i soggetti con questo tipo di patologia oculare sia 10 che 1 anno prima dell'evento avevano, rispetto ai controlli, una probabilità maggiore dell'83% di soffrire di arteriopatia periferica, del 74% di avere il diabete e del 116% di essere ipertesi.
 E' interessante anche osservare quello che succede dopo la diagnosi di trombosi venosa retinica: aumenta del 37% il rischio di diventare ipertesi, del 51% aumenta il rischio di diabete, del 41% il rischio di scompenso cardiaco e del 49% il rischio di malattie cerebrovascolari.
 
 Insomma, i pazienti diabetici, ipertesi o con arteriopatia periferica sono a rischio di sviluppare in un prossimo futuro una trombosi venosa retinica e quindi vanno trattati al meglio delle possibilità attualmente disponibili.
 Ma se questo è lapalissiano, il messaggio "take away" più importante ci sembra questo: un paziente a cui venga diagnosticata una trombosi venosa retinica vanno attentamente valutati in quanto sono ad aumentato rischio cardiovascolare, cerebrovascolare e metabolico. Una valutazione accurata del profilo di rischio permetterà in seguito di porre in atto le idonee misure preventive (farmacologiche e non).
 
 
 
 Renato Rossi
 
 
 Bibliografia
 
 1. Bertelsen M et al. Comorbidity in patients with branch retinal vein occlusion: case-control study
 BMJ 2012 Dec 15;345:e7885
 
 
 
 
 
 
 
 
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