Rossi: Per il primo quesito, spesso, non si riesce a dare una risposta certa ma solo presuntiva.
Ressa: Che fare a questo punto?
Rossi: In presenza di FA è sempre necessario richiedere un ecocardiogramma per evidenziare eventuali valvulopatie, un ingrandimento dell'atrio sinistro, la presenza di trombi atriali (che però spesso si vedono solo con l'ecocardiografia esofagea), di disfunzione ventricolare sinistra o altre alterazioni morfologiche.
Ressa: Un esame strumentale dal quale si possono già ricavare elementi per una prima bozza di diagnosi etiopatogenetica.
Rossi: Le cause cardiache più comuni sono: la cardiopatia ipertensiva e quella ischemica; seguono le valvulopatie mitraliche.
Ressa E per le extracardiache?
Rossi: Nell'ipertiroidismo è stata descritta una percentuale di FA di circa l'8% [2]. Sono stati descritti anche casi di FA su base familiare e alcune osservazioni portano a ritenere che vi sia una suscettibilità genetica a sviluppare la malattia [1]. Ci sono però anche casi di FA in cuori apparentemente normali, di solito in pazienti < 60 anni (cosiddetta FA isolata o lone atrial fibrillation). Da ricordare infine che è stata messa in evidenza un'importante associazione tra obesità e fibrillazione atriale [12]; l'obesità agirebbe provocando una dilatazione dell'atrio sinistro.
Ressa: Ti risulta che anche cause viscerali gastro-enteriche come ernia iatale, calcolosi biliare o anche cause traumatiche toraciche possano aver un ruolo nell’istaurarsi della F.A.?