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Fibrillazione atriale
Inserito il 16 febbraio 2006 alle 05:15:00 da R. Rossi. | stampa in pdf | Commenta questo capitolo | Consulta il tutorial pdf su come navigare il manuale al meglio
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Rossi:
Si, stati descritti casi di FA associati alle patologie che hai ricordato o perlomeno casi di fibrillazione atriale parossistica associati al reflusso gastro-esofageo. In uno studio, dopo il trattamento con inibitori di pompa, si verificò la riduzione o la scomparsa degli episodi parossistici nel 74% dei casi [10].
E' stata suggerita anche un'associazione tra consumo di alcol e fibrillazione e flutter atriali, perlomeno negli uomini [11].

Ressa:
Passiamo ad esaminare le conseguenze della F.A.

Rossi
Le conseguenze dell'aritmia sono di due tipi:
a. conseguenze emodinamiche: quando la FA compare bruscamente (episodi parossistici) e con frequenza molto elevata può venir compromessa la funzione di pompa del cuore con comparsa di ipotensione e scompenso ventricolare sinistro (dispnea, rantoli polmonari, edema polmonare acuto)
b. conseguenze emboliche: l'aritmia comporta un aumento del rischio cardioembolico.

Ressa:
La terapia pertanto ha due finalità: da una parte il ripristino e il mantenimento del ritmo sinusale oppure il controllo della frequenza, dall'altro la riduzione del rischio di embolia.
E qui viene il bello, per anni ci siamo accaniti ad usare la cardioversione elettrica, una, due, tre, perfino quattro volte (ricordo un paziente 94 enne che subì un trattamento del genere) ma recentemente mi pare che ci siano nuove acquisizioni in senso contrario per cui si pone il quesito: dobbiamo mirare al ripristino del ritmo sinusale o al controllo della frequenza?


 
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