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Lipotimia e sincope
Inserito il 18 febbraio 2006 alle 16:09:00 da R. Rossi. | stampa in pdf | Commenta questo capitolo | Consulta il tutorial pdf su come navigare il manuale al meglio
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Rossi:
Il primo quadro è un incremento della frequenza cardiaca > = 30 bpm oppure la comparsa di tachicardia >= 120 bpm (quadro che viene definito POTS = postural orthostatic tachicardia syndrome).
La seconda risposta patologica è la comparsa di ipotensione ortostatica (riduzione della PAS di almeno 20 mm Hg e della PAD di almeno 10 mm Hg).
La terza possibilità è quella di una improvvisa e sintomatica caduta della pressione dopo 10 minuti o più con associata spesso marcata bradicardia. In questi casi si parla di sincope neurocardiogena.
Il quarto quadro è dato da una caduta continua immediata della pressione sistolica e diastolica senza incremento della frequenza cardiaca (in questo caso si parla di disautonia, frequente nei diabetici e nei disturbi extrapiramidali).
Da ricordare poi i casi di reazioni psicologiche in cui il paziente lamenta sintomi ma non ci sono variazioni di rilievo nei parametri vitali.

Ressa:
Quando va richiesto il tilt test?

Rossi:
Può essere di aiuto nei soggetti con sincope o lipotimie recidivanti in cui la storia, l’esame clinico e gli accertamenti strumentali non riescono a mettere in evidenza alcuna causa.
Nel caso di pattern disautonomico bisogna ricercare la causa (per esempio diabete o malattie extrapiramidali). Nel caso di POTS o di sincope neurocardiogena possono essere di aiuto i beta-bloccanti. Nel caso di ipotensione posturale ovviamente vanno messi in atto tutti quegli accorgimenti necessari a ridurne l’entità (attenzione ai farmaci non necessari, riduzione dei diuretici, ecc.)

 
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