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L'audit
Inserito il 26 gennaio 2006 alle 23:59:00 da R. Rossi. | stampa in pdf | Commenta questo capitolo | Consulta il tutorial pdf su come navigare il manuale al meglio
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3. Se abbiamo deciso di fare un audit sul post-infarto, il passo successivo è quello di estrarre
dal proprio archivio tutti i pazienti che hanno avuto un infarto. Per far questo è utile avere un archivio informatizzato (anche se teoricamente nulla vieta di usare un archivio cartaceo per problemi che però deve essere ben tenuto e costantemente aggiornato). Purtroppo l'estrazione dei pazienti dal proprio archivio è un punto critico perché molti medici usano le cartelle informatizzate unicamente per la ricettazione e non hanno l'abitudine di codificare i pazienti per patologia. Questo problema è in parte superabile chiedendo al programma di estrarre i pazienti in base alla terapia. Per esempio posso chiedere al programma di estrarre tutti i pazienti che assumono asa, statine,betabloccanti, acidi grassi omega 3. In tal modo sicuramente avrò anche i pazienti infartuati, insieme però ad altri che assumono quei farmaci per motivi diversi (quindi il lavoro di ricerca sarà più lungo e laborioso).
4. Individuati i pazienti infartuati dobbiamo determinare che percentuale di essi rispetta i criteri contro cui avevamo deciso di confrontarci. Questa percentuale in gergo viene detta "indicatore". Per esempio potremmo trovare che solo il 50% dei nostri infartuati assume statine, il 60% assume antiaggreganti e il 40% assume betabloccanti.
5. Il passo successivo è quello di analizzare quali sono i motivi che ci impediscono di rispettare le regole di qualità. In altre parole di esaminare quali "barriere" impediscono ai nostri indicatori di avvicinarsi ai criteri. Una volta trovate le barriere si studiano i correttivi. Non è detto che il mancato rispetto di un criterio sia necessariamente espressione di cattiva qualità. Potrebbe essere per esempio (almeno in via teorica) che il 50% dei pazienti a cui non ho dato una statina non la tolleri oppure abbia avuto delle controindicazioni.
6. L'ultimo passo, una volta analizzate le barriere e proposto dei correttivi, è stabilire degli obbiettivi di minima. Per esempio stabilisco che, nel giro di un determinato periodo (6-12 mesi, per dire) porterò la percentuale di pazienti che assumono statine all'80%, che assumono antiaggreganti al 90%, che assumono betabloccanti all' 80% (dopo aver escluso ovviamente quelli che non tollerano o che hanno controindicazioni al trattamento). Questi obiettivi che mi propongo sono detti "standard".
 
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