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Le palpitazioni
Inserito il 05 febbraio 2006 alle 16:31:00 da R Rossi. | stampa in pdf | Commenta questo capitolo | Consulta il tutorial pdf su come navigare il manuale al meglio
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In molti la consapevolezza del battito cardiaco si rende manifesta di notte, quando si dorme sul fianco sinistro (stranamente qualche volta anche sul destro): in questo caso il battito cardiaco viene sentito dall'orecchio e il paziente si allarma molto. Anche i portatori di protesi valvolari meccaniche possono avvertire questo fenomeno ed esserne infastiditi o preoccupati. Talora la percezione del battito indotto viene riferita dai portatori di pace-maker. Questi casi sono banali e si dovrebbe poterli individuare semplicemente interrogando bene il paziente.
La tachicardia sinusale di solito si percepisce in occasione di eventi come la febbre, uno stress, l'esercizio fisico, ma può anche essere l'espressione di un ipertiroidismo o di una miocardite o di altra patologia miocardica.
Le extrasistoli vengono generalmente riferite come "cuore che perde un colpo" oppure "ho sentito dei battti in più". Sappiamo che possono essere sopraventricolari o ventricolari, talora si riesce a sentirne qualcuna se si ausculta il paziente per molti minuti. Ci sono due difficoltà: la prima è stabilire se sono sopraventricolari o ventricolari (per farlo bisogna riuscire a registrarle con un ECG), la seconda è stabilirne la prognosi. In genere se non si associano ad un cardiopatia sottostante e sono di tipo sopraventricolare sono benigne, diverso è il discorso se compaiono in soggetti con scompenso cardiaco, cardiopatia ischemica o valvolare, se sono numerose (più di 1 o 2 al minuto). Il tracciato elettrocardiografico permette di evidenziare se sono polifocali (cioè se hanno morfologia diversa tra loro, quindi se originano da foci ectopici differenti) e precoci (fenomeno R su T, cioè se si verificano sull'onda T del battito precedente, possono iniziare una tachicardia o una fibrillazione ventricolare, soprattutto in cuori malati). Alcune volte le extrastistoli possono essere dovute a digitale o all'azione proaritmica di vari farmaci cardiovascolari (specialmente gli antiaritmici). In alcuni soggetti possono comparire extrasistoli quando abusano di alcol, caffè, sigarette. Da ricordare anche il prolasso mitralico, che si associa non di rado ad extrasistoli sia sopraventricolari che ventricolatri e a precordialgie.
La tachicardia parossistica ha di solito un inizio brusco (diversamente dalla tachicardia sinusale), una durata variabilissima, da meno di un minuto a ore o giorni, e una cessazione brusca. Se si riesce a far misurare la frequenza al paziente, un valore > 140 battiti per minuto esclude in genere una genesi sinusale.
Può aversi in cuori apparentenente sani oppure in cardiopatici, nei quali può precipitare un attacco di angina o uno scompenso cardiaco. La distinzione tra forme sopraventricolari e ventricolari è possibile solo con l'ECG (talora anche con questo strumento possono rimanere dei dubbi, per esempio se vi è associato un blocco di branca). Qualche volta il paziente impara a farla cessare con manovre di stimolazione vagale (trattenendo il respiro oppure tossendo o aumentando il torchio addominale) e questo depone per una forma sopraventricolare.
 
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