Ressa: Cosa mi dici infine delle nuove tecniche di ablazione transcatetere dell'atrio sinistro o delle vene polmonari?
Rossi: L'esperienza è limitata. Per ora si dovrebbe riservare queste nuove metodiche ai casi con fibrillazione atriale recidivante refrattaria alla terapia medica e con marcati sintomi che compromettono la qualità di vita dei pazienti oppure la contrattilità miocardica [14]. Un piccolo studio per esempio dimostra che l'ablazione con radiofrequenze migliora la qualità di vita e riduce le ospedalizzazioni rispetto alla terapia medica ma gli autori concludono che sono necessari studi con casistica più numerosa per valutare efficacia e sicurezza della metodica [16]. Nella FA cronica il ruolo della procedura non è stato ancora stabilito, potrebbe essere per ora proposto a soggetti giovani che non hanno anomalie strutturali cardiache [17]. Una revisione sistematica recente conclude che l'ablazione può aumentare la sopravvivenza libera da recidive a 12 mesi rispetto alla terapia medica, ma gli studi sono pochi e sono necessari ulteriori RCT per valutare questa metodica soprattutto come trattamento di prima linea [24].
Ressa: Un'ultima domanda, si può prevenire la fibrillazione atriale?
Rossi: Esistone evidenze che la somministrazione di aceinibitori o sartani in pazienti con malattie cardiovascolari possa in qualche modo essere utile a prevenire l'insorgenza della fibrillazione atriale [18].
Ressa: Stiamo per finire il capitolo e ti confesserò una cosa: ho dato un'occhiata alle varie linee guida per la gestione della fibrillazione atriale non valvolare e francamente quando incappo nelle famose flow-chart con dizioni tipo FA parossistica, ricorrente, persistente, permanente, frecce in alto, frecce in basso ecc. mi viene una vertigine invincibile...